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Caselle in Pittari


Su una gobba del monte Pittari (anche chiamato San Michele), a 690 mt. s.l.m., sorge così un villaggio di casupole (Caselle). L’attuale abitato si costruì inizialmente intorno ad un Castrum difensivo, su un rilievo poco distante dal monte Pittari, caratterizzandosi nel tempo con case disposte in cerchi concentrici sempre più allargati. Il borgo storico conserva l’organicità di insieme frutto di quell’urbanistica spontanea che ha disegnati tanti piccoli centri cilentani.

 

Dal basso si attraversa via indipendenza, l’anello di demarcazione del vecchio abitato che corre parallelamente all’antica cinta di mura, con le cappelle gentilizie di San Giovanni, Sant’Antonio e Madonna delle grazie, passando per il palazzo marche sale degli Orlando. Poi da via Pietro Turris in un successivo cerchio, con le tipiche stradine strette e tortuose dei borghi medievali, si giunge alla sommità dell’abitato. Dalla torre diruta (seconda metà XII sec.) e dalla vicina chiesa dell’Assunta (di impianto medievale), la veduta si apre sui suggestivi paesaggi. Caselle in Pittari è storicamente collegata al sentiero che arriva sulla cima del monte da cui prende il nome, sede dell’antico culto in grotta di San Michele Arcangelo, venerato protettore del paese. L’attuale denominazione del centro, che celebra il legame geografico e religioso che univa gli abitanti al loro monte, risultò necessaria nel 1863 per distinguerlo da altri omonimi paesi del Regno d’Italia.

 

LA RUPE E GLI INGHIOTTITOI
A Caselle in Pittari troviamo il volto più nascosto del Parco nazionale del Cilento quello che si scopre nei fenomeni di carsismo che modellano forre, grave, doline, inghiottito i è una lunga serie di grotte che spesso hanno cercato per secoli insediamenti primordiali. Le acque del Bussento, dopo lo sbarramento artificiale del Lago Sabetta posto a monte del centro abitato, procedono fino ad inabissarsi e scomparire. A 2 km dal centro abitato, circondato da fitta vegetazione un maestoso buco si apre nelle viscere della terra, una voragine con una parete rocciosa di 150 m, localmente nota come La Rupe. Sul fondo un enorme e profonda grotta contribuisce a dare vita ad uno dei fenomeni carsici più importanti, noti e misteriosi d’Italia.

Si raggiunge percorrendo la S.P. 16 e la comunale per Caravo. Un sentiero conduce all’interno di questo impressionante orrido, passando dai 400 ai 230 m del fondo su tratti fangosi e lastroni calcarei fino all’imponente portale ad arco alto 25 m, dove il fiume entra in grotta e con una torcia lo si può accompagnare per i primi 500 m fino ad un enorme cavità. Scorre poi in profondità sotto il monte Pannello per riemergere 6 km più a valle presso l’oasi naturalistica di Morigerati.

Il sistema carsico si completa con gli inghiottito i minori di Orsivacca, di Caravo e di Cozzetta situati a breve distanza dalla Rupe alla quale consegnano le proprie acque; essi accolgono il visitatore con brevi e suggestivi sentieri immersi in micro habitat singolari e di grande valore naturalistico.

 

Fonte: www.caselleinpittariturismo.it

 

Da non perdere:

Il Palio del grano, che dal 2005 si tiene ogni anno nel mese di Luglio (www.paliodelgrano.it)