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Fornace del Mingazzini (Velia)


Poco distante dal Parco archeologico di Velia è possibile visitare liberamente la Fornace presente in contrada Vasalìa, scoperta nel 1927 dal professore Paolino Mingazzini che completò i lavori di scavo nel 1950.

 

Il luogo dove la fornace fu costruita, probabilmente nel III secolo a.C., non è casuale. In questa zona il vicino corso d'acqua, Fiumarella, la presenza di argilla che vi era lungo le sponde e l'abbondanza di alberi, offrivano un luogo ideale per la lavorazione e la cottura della terracotta. La fornace era destinata principalmente alla cottura dei mattoni velini.

 

E' una costruzione orientata in modo da sfruttare la meglio le correnti del vento, come lo erano tutte le fornaci, in genere, di questo tipo. La struttura è composta da un parte inferiore, dove avviene il processo di combustione, e da un parte superiore, dove sono impilati i manufatti da cuocere. Le due parti appaiono divise tra loro da un divisorio orizzontale, munito di fori che formano una graticola. La parte inferiore della fornace comprende la bocca di accesso, prefurnio, e la camera di combustione. Il combustibile veniva acceso nel prefurnio per l'iniziale riscaldamento del forno, mentre il vano dove il processo termico si sviluppava appieno era nella camera di combustione; da quest'ultima il calore si propagava verso la soprastante camera di cottura attraverso il piano forato. Lo stesso dovendo reggere il peso dei manufatti crudi, era sorretto da archetti. La graticola forata era destinata alla cottura dei mattoni che, adagiati di taglio, trovavano posto fra una fila e l'altra dei suoi fori.

 

La parte superiore della struttura era costituita da una camera di cottura, a forma di cupola, temporanea. Questa, a cottura ultimata, veniva ogni volta distrutta e ricostruita. La zona retrostante della fornace era costituita da un semplice accesso come risulta dall'arco ancora visibile, esso aveva lo scopo di accelerare lo spegnimento del fuoco, il raffreddamento del forno e la pulizia dei residui di combustibile. Il Mingazzini escluse la possibilità di un secondo corridoio d'accesso su questo lato, pertanto lo scavo non continuò fino in fondo perché l'antica struttura era molto degradata. Il Mingazzini inoltre escludendo la possibilità di un secondo corridoio di accesso al forno, propose che questo lato avesse solo lo scopo di accelerare lo spegnimento del fuoco, il raffreddamento dello stesso e la pulizia dei residui di combustione. La fornace velina appartiene alla gamma delle fornaci a fiamma indiretta, di tipo verticale.

 

I costruttori della fornace si avvalsero di un leggero avvallamento del terreno per sistemare entro terra il corridoio di accesso senza fare un apposito lavoro di scavo. L'ingresso al forno è posto a sud allo scopo di mantenere il massimo calore. Quasi nulli furono i rinvenimenti di oggetti mobili all'epoca dello scavo, se si escludono i mattoni trasportati al museo di Paestum rinvenuti all'interno della fornace e che quindi dovevano essere con molta probabilità gli elementi caduti o demoliti. La graticola era assai ben conservata all'epoca dello scavo, molto meno attualmente; questa, di forma approssimativamente circolare misura m. 4,30 sulla linea longitudinale e m. 3,60 sulla linea trasversale; il vano circolare misura m. 1,90 di diametro. Fino ad oggi la fornace è stata poco visitata in quanto è posta al di fuori del perimetro del parco archeologico di Elea-Velia; le poche risorse economiche disponibili, inoltre, non hanno consentito una manutenzione costante della stessa.

 

 

Il G.A.V (gruppo archeologico velino), con l'autorizzazione della soprintendenza di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta e l'aiuto e la supervisione della direttrice del parco archeologico di Elea-Velia ha ripulito l'intera area circostante la fornace e la stessa antica struttura. L'area inoltre è stata "musealizzata" grazie alla costruzione di una recinzione in legno e la creazione di un pannello esplicativo posto accanto alla stessa.

 

 

Raggiungere la fornace (seguire la mappa presente qui sopra come riferimento):
In auto, superare l'ingresso al Parco archeologico di Velia fino alla pompa di Benzina "IES"/Magna Graecia. Superare il cavalcavia dietro la pompa di benzina e proseguire per qualche Km  seguendo i cartelli che guidano verso la Fornace.

 

 

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Vedi anche: Parco archeologico di Velia
Vedi anche: Ascea (Marina di Ascea)

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