Il centro abitato di Pollica è una meta per una piacevole passeggiata in un piacevole borgo in collina, affacciato sul mare, che ha mantenuto tutti i tratti di un antico paese rurale.
All'interno di Pollica:
La chiesa di San Nicola, del XVII secolo; all'interno altare maggiore in marmi policromi e soffitto decorato da Matteo Cilento nel 1890.il palazzo dei principi Capano del 1610, con massiccia torre medievale, oggi di proprietà comunale;il convento francescano di S. Maria delle Grazie, del 1611, che conserva all'interno le tele di Nicola Malinconico, il coro ligneo del XVIII secolo dietro l'altare, il soffitto di legno a cassettoni opera di Giuseppe Marrocco da Celso, la statua della Madonna delle Grazie, collocata nel muro di fondo, in una nicchia contornata da un elegante panneggio di stucchi policromi di Pietro Sernicola. La cappella dedicata a San Pietro, risalente al 1524, modernamente restaurata, oggi sconsacrata.
Proseguendo verso Celso:
La frazione di Celso si trova sul fianco settentrionale della Serra di Molino a Vento. Citata già in un documento del 1050. L'ingresso nord del paese è ormai caratterizzato dal "muraglione" che conduce dalla Chiesa all'arco sotto la maestosa facciata di palazzo Mazziotti.
Da vedere:
- la chiesa parrocchiale dedicata all'Assunta
- il palazzo baronale Mazziotti
- il palazzo Amoresano
- la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e l'annesso convento degli agostiniani, in abbandono. Le rovine lasciano scorgere le arcate del chiostro e la cappella in cui restano tracce di affreschi, le tombe gentilizie e i decori di stucchi policromi opera di Pietro Sernicola. Il complesso era stato salvato dall'abbandono dei frati, grazie alla devozione del barone di Celso, Francesco Antonio Mazziotti e dei suoi discendenti che per due secoli ne hanno assicurato la sopravvivenza.
Passeggiando verso Galdo:
Galdo Cilentoè una frazione di Pollica già citata nel 1092. L'etimologia è longobarda, ed è traducibile come "bosco". Il villaggio nel complesso ha mantenuto una caratteristica tardo medievale peculiare. Dalla strada provinciale che collega Celso a San Mauro Cilento, il borgo discende verso il fondovalle. Si incontrano nell'ordine:
- la chiesa di San Rocco;
- il palazzo dei Rizzo, di impronta cinquecentesca, caratterizzato da una torre cilindrica, con probabile funzione difensiva (una targa sulla fronte dell'edificio ricorda la famiglia);
- la cappella di Santa Caterina, ubicata in una piccola piazza, da cui si diramano stretti vicoli;il palazzo dei baroni Galdi; venne edificato su una precedente costruzione medievale: la risistemazione è tardo cinquecentesca, come testimonia il portale del 1605 con sovrastante stemma. Sul soffitto a volta dell'androne d'ingresso è raffigurato dipinto il medesimo blasone; ci si immette dunque nel vasto cortile, un tempo sovrastato anch'esso da una torre difensiva e di avvistamento. Da segnalare infine la contigua cappella gentilizia consacrata all'Ascensione: qui si trova un matroneo che permetteva ai Galdi di assistere alle celebrazioni liturgiche.
- La chiesa di San Nicola di Bari. Venne edificata nel Trecento e risistemata nel Seicento/Settecento. L'interno della chiesa, completamente spoglio ed in abbandono, è a tre navate. In origine era riccamente adornato da pitture e pregevoli stucchi. Notevole il campanile, costituito da tre ordini digradanti: su quello minore superiore vi è la cella campanaria (con la base a forma di ottagono), sormontata da una cupola a piramide.
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Vedi anche: Acciaroli
Vedi anche: Pioppi
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