La fondazione di Camerota viene fatta risalire al periodo compreso tra l' VIII e il VII secolo a.C., quando nell'Italia meriodionale si diffondeva la colonizzazione greca e, come ogni città che fece parte della Magna Grecia, anche Camerota è legata ad una leggenda: quella di Palinuro e Kamaratòn.
Per quanto riguarda il nome della città, ci si affida al greco antico: da "Kamarotòs", ovvero "curvo", "fatto a volta", e potrebbe derivare proprio dalla presenza delle numerose grotte naturali nella zona, come dalla particolare architettura che caratterizza le case di Camerota, che ha nell'arco a tutto sesto il modulo fondamentale.
CENNI STORICI
L'antica cittadella iniziò a prendere forma negli anni 535-553, sviluppandosi attorno ad un castello fortificato quando nel corso della guerra gotico-bizantina la zona divenne rifugio di numerosi profughi. A segnare la storia di Camerota è anche l'arrivo dei Saraceni tra l'868 e il 915. Bisogna però aspettare il 1079 per avere la prima fonte storica ufficiale sulla città, quando Alfano, Vescovo di Salerno, assegò al nuovo Vescovo di Policastro la giurisdizione su di essa e altre terre.
Da allora di hanno maggiori notizie sulla città, che subì l'influenza delle numerose dominazioni che si alternarono: normanni, arabi, svevi a cui si avvicendarono poi angioini, aragonesi e infine la dinastia borbonica, conclusasi con L'Unità d'Italia.
L'ARTE e L'ARCHITETTURA
Amanti dell'arte e dell'architettura non verranno delusi: il territorio di Camerota racchiude un patrimonio artistico-culturale piuttosto ricco, evidente soprattutto nelle numerose valenze architettoniche di natura religiosa. Ancora visibili, in località Castello sono i ruderi del Castello Marchesale, costruito in epoca antecedente al IX-X secolo d.C. La Porta di Suso, l'unica rimasta delle tre porte che consentivano l'accesso al borgo medievale.
La Chiesa di San Gennaro con i suoi preziosi stucchi barocchi, la Chiesa di San Nicola di Bari, il cui interno custodisce un presepe del' 700 napoletano e un organo d'arte viennese, la Chiesa di San Daniele Profeta, "innalzata" dai Greci e trasformata successivamente dalla gente del posto in luogo di culto cristiano. Infine il Convento dei Cappuccini con la Chiesa a due navate nella quale spiccano un polittico del '700 con intarsi di Sorrento e la tela che raffigura S. Maria degli Angeli.
Comunque, passeggiando per il centro storico di Camerota, lungo le sue stradine non si smetterà di scoprire nuovi e inattesi scorci di particolare pregio architettonico.
LA CERAMICA DI CAMEROTA
Fonte: www.camerotamuvip.eu
Passeggiando per le strade del borgo di Camerota ci si imbatte in botteghe in cui si tramanda da generazioni un sapere antico: la lavorazione dell'argilla. Anche se la tecnologia ha velocizzato i processi produttivi, i cunzàri (vasai) di Camerota custodiscono gelosamente i metodi di lavoro originari, che affondano le radici nell'antica Grecia, trasmessi da padre in figlio. Situate per lo più in contrada San Vito, le botteghe dei cunzàri offrono a turisti e curiosi la possibilità di scoprire le tecniche di lavorazione e di acquistare oggetti unici.
I cunzàri utilizzano ancora oggi il tornio a pedale, costituito da due ruote in legno unite da un asse verticale, realizzando le forme vascolari del passato: i mummuli (vasi a due anse usati per trasportare nei campi acqua e vino) e le quartucce (gradi contenitori trasportati di solito sulla testa), non disdegnando inoltre la realizzazione dei coppi, che fino al XX secolo costituiva l'attività trainante dell'economia di Camerota.
Ma c'è anche chi continua a lavorare l'argilla con la tecnica a lucignolo o colombina, secondo dei metodi usati dall'uomo nel Neolitico.
Un itinerario alla scoperta della sapiente maestria degli artigiani di Camerota, può essere organizzato sia visitando i pochi e ricercati laboratori che resistono alla modernità del tempo, sia scoprendo, nei punti vendita disseminati nel paese, gli oggetti tipici di una produzione ceramica di antica tradizione.
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Vedi anche: Marina di Camerota
Vedi anche: Lentiscosa
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