Trentinara, conosciuta come Terrazza del Cilento, è un antico borgo medievale incastonato sulla sommità della rupe Cantenna a 606 m s.l.m., proteso tra cielo e mare. Una posizione privilegiata, unica, che consente allo sguardo di spaziare dalla Costiera Amalfitana e Capri giù fino in fondo a Punta Licosa e al monte Sacro rendendo incomparabili i tramonti e impareggiabile il panorama.
Il suo territorio, sito all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è cinto a settentrione e a oriente da due montagne: Difesa Soprana, di m. 1082 e Monte Vesole di m. 1210 che offrono scenari mozzafiato uniti a una natura incontaminata.
IL CENTRO STORICO
Il centro storico di Trenti nara si estende su di un’area di circa 12 ettari ed
è il risultato dell’evoluzione e delle sedimentazioni culturali che dal IX sec. d.C. in poi si sono susseguite nel paese. L’abitato originariamente
presentava due porte di accesso: porta Soprana nella parte più alta verso
est e porta Sottana nella parte bassa in direzione nord est.
Il dedalo intricato di strade e vicoli, che ancora oggi si osserva, rispecchia la struttura urbana medievale. Una parte del centro storico conserva l’aspetto antico fatto di strade lastricate di vetusti vasoli ai lati dei quali si ergono silenziose case in pietra adornate da monumentali portali di eccezionale fattura risalenti al XVIII e XIX secolo, segno evidente di
una presenza sul territorio di esperti maestri scalpellini. La pietra utilizzata è quella locale, che con immensi sforzi è stata adoperata per la costruzione delle strutture abitative. Da vedere le tre piazzette panoramiche, soprannominate Terrazze del Cilento, la preta ncatenata, la chiesa campestre della Madonna di Loreto, la chiesa dell’Assunta, la chiesa di San Nicola, in stile romanico, risalente all’XI secolo, la chiesa del Rosario di fondazione antica ammodernata nel 1747 e arricchita con alcune tele tra cui una pala d’altare della scuola di Francesco Solimena.
Cascata sul fiume Solofrone (Sentiero Tre Monti)
Un percorso impegnativo, che regala emozioni continue a chi lo percorre. Seguendo il corso del fiume subito si mostrano gli antichi resti di un mulino, che domina fiero le acque placide. Una serie di vecchi ponti in pietra e di muri a secco testimoniano il lavoro dei pastori e dei contadini che fino a qualche tempo fa popo lavano questa zona. Si segue il sentiero tracciato dal bestiame, in un paesaggio insolito, ricco di rocce affioranti e di ginepri che ci accompagnano fino alla fine del pianoro dove all’improvviso
la terra precipita in uno strapiombo, panorama mozzafiato: alle spalle la montagna, a sinistra la rupe Cantenna sulla cui sommità si erge Trentinara e davanti la maestosità del mare. Si scende per un ripido pendio e ci si trova nell’immemorabile silenzio del Cilento pastorale. Subito lontani da tutto nello spazio e nel tempo si scopre un altro mondo nel nostro mondo, un altro tempo nel nostro tempo. Costeggiando la parete
rocciosa si arriva alla
preta spaccata
meravigliosa opera d’arte della natura, passaggio obbligato attraverso
un’alta roccia divisa in due, un vero e proprio canyon. Appena usciti si ode il fragore della cascata ancora
celata allo sguardo ansioso. Pochi passi ancora e si mostra in tutto il suo splendore agli occhi del visita tore, un salto di oltre venti metri e l’acqua che vorticosa prosegue scivolando nei solchi scavati nella pietra
per placarsi poi, dolcemente, verso la piana di Paestum.
Sentiero degli Sposi
Partendo dalla piazzetta si arriva al convento benedettino del comune di Giungano, risalente al XII secolo, dopo aver attraversato boschi di ginepro e leccio con suggestivi panorami sulla sottostante Piana del Sele.
Monte Soprano (1086 m)
Tra aceri, elci e querce, l’attrattiva principale, oltre ai numerosi e incantevoli punti panoramici, è rappresentata dalla grava di Jurmanito. Qui le acque del tor rente Salso vengono inghiottite dalla roccia in una grava che sprofonda per centinaia di metri, per poi riaffiorare, ricche di
carbonato di calcio, alle sorgenti di Capodifiume, nel comune
di Capaccio-Paestum.
Monte Vesole (1210 m)
Affascinante percorrere il tracciato segnato dal transito degli animali che conduce alla vetta attraverso boschi di ontani, aceri e maestosi faggi che lasciano solo intravedere quello che è lo spettacolo che si mostra in cima: a ovest l’abitato di Trentinara, monte Sottano, la Piana di Paestum, la Costiera Amalfitana e Capri; a est tutta la valle del Calore e le cime, che si stagliano nette sull’orizzonte, degli Alburni e del massiccio del Cervati. Da visitare il pianoro Le due nevere un'area attrezzata dove si trovano due reperti di archeologia industriale, rappresentati da buche profonde rivestite in pietra, che venivano riempite di neve e ricoperte poi con vario materiale vegetale al fine di conservare la neve fino al periodo estivo.