Di origini antichissime, Roccaglioriosa custodisce uno dei più importanti insediamenti medievali del Basso Cilento. Qui i vicoli stretti, le ripide scalinate e i sottopassi voltati che caratterizzano l'impianto del centro storico spuntano all'improvviso in punti panoramici dai quali ammirare sorprendenti scorci paesaggistici sul golfo di Policastro, sul monte Bulgheria e sulle valli del Mingardo e Bussento. L'abitato è scandito da originali elementi architettonici e raffinati portali in pietra scolpita, espressione di illustri personaggi feudali che abitavano i palazzi baronali e nobiliari del paese, ancora ben conservati, ai quali spesso erano connesse chiese e cappelle private.
Il percorso parte da piazza del Popolo, vera e propria terrazza mozzafiato affacciata sul Golfo di Policastro e sul maestoso monte Bulgheria. Lasciata la piazza si intraprende la passeggiata nei vicoli stretti verso i portali di Casa Saia, di Casa Guida e del portale dell'antico complesso che costituiva il Palazzo De Caro. Salendo di quota attraverso le ripide scalinate in pietra, si arriva ai Palazzi De Curtis e Marotta e infine ai ruderi del Castello, edificato sulla cima più alta del paese, con annessa cappella dedicata alla Vergine Gloriosa Madre di Dio. Qui il panorama è sorprendente, si dominano le vallate del fiume Mingardo e del Bussento a tutto tondo e senza soluzione di continuità lo sguardo può spingersi dalla costa calabra al mare di Palinuro e dal monte Bulgheria al Cervati.
Ritornando nel centro abitato, non può mancare la visita al Palazzo La Quercia, realizzato nella seconda metà del secolo XV come convento e trasformato in palazzo signorile. Qui è conservato un'importante dipinto che si inserisce nella cultura figurativa lucana. Continuando la visita ai portali di Casa Falco, di Palazzo Pappafico, di Casa Perilli, di Palazzo Prota e di Palazzo Cavaliere, la passeggiata si conclude al Palazzo e Portale Balbi. Il prezioso e raffinato portale in pietra, con i suoi fiori e i disegni geometrici scolpiti, esprime l'importanza dei popoli che hanno abitato Roccagloriosa.
Tra vicoli stretti e stradine tortuose, Roccagloriosa racchiude molte chiese e cappelle, testimonianze di una ricca tradizione religiosa e spirituale e di un importante patrimonio architettonico, artistico e culturale. Particolarmente suggestive sono le tradizionali processioni del Sabato Santo delle congreghe del SS. Rosario e del SS. Sacramento: l'emozione della folla segue le statue del Gesù Morto e della Madonna Addolorata per le vie del centro storico, accompagnandole all'incontro sul Calvario in un'atmosfera di profondo misticismo. Questa processione, esempio unico di "sacra rappresentazione", conserva traccia di una teatralità popolare antica dove le vie sono il palcoscenico e gli attori sono tutti gli abitanti del paese.
Chiesa di San Giovanni Battista
Costruita nel XI secolo, fu restaurata nel 1763 per la terza volta. All'interno otto altari con stemma delle famiglie gentilizie che ne avevano il patronato. La cripta ospitò i defunti fino al 1831.
Antiquarium comunale
Il museo ospitato all'interno della sede comunale, custodisce numerosi reperti archeologici lucani risalenti al IV e al III sec. a.C., ritrovati all'interno del territorio comunale di Roccagloriosa, rinvenuti nel complesso abitativo del «Complesso Centrale» e nella necropoli monumentale. Le più antiche testimonianze di una prima frequentazione del sito risalgono già al II millennio a.C., ma un vero e proprio insediamento comincia a formarsi solo a partire dal V sec. a.C., sulla cd. cresta dei Capitanali, conoscendo poi un significativo sviluppo in età lucana tra il IV e il III sec. a.C., periodo al quale risalgono l'abitato e la poderosa cinta muraria in calcare che circonda il pianoro per 1,2 km, all'esterno della quale si estendeva l'area delle necropoli. Il museo, allestito in un'unica sala, ospita, i reperti rinvenuti durante diverse campagne di scavo all'interno dell'abitato e delle necropoli, reperti che testimoniano la vita del sito fino ad età tardo imperiale e medievale.
Apertura Museo
Via Borgo S. Antonio, 32 - Tel. 0974.981113
Giugno-Settembre: LU-DO 17,30-21,00.
Periodo invernale su richiesta.
Roccagloriosa - Parco archeologico
La città di Leo fu costruita dai Sibariti, sopravvissuti alla distruzione della loro città da parte di Crotone, a controllo di un vasto territorio gravitante sulla media e bassa valle del Mingardo e del Bussento, su un falsopiano protetto dal Monte Capitenali e da una poderosa cinta muraria in calcare che circonda il pianoro per 1,2 km. Qui sono stati ritrovati i resti dell'unica testimonianza archeologica finora conosciuta di un insediamento stabile osco-lucano (sec V a.C.). Le più antiche testimonianze di una prima frequentazione del sito risalgono già al II millennio a.C., ma un vero e proprio insediamento comincia a formarsi solo a partire dal V sec. a.C., sulla cresta dei Capitanali, conoscendo poi un significativo sviluppo in età lucana tra il IV e il III sec. a.C. A questo periodo risalgono infatti l'abitato, la cinta muraria e l'area delle necropoli. L'abitato lucano conserva, fin al suo declino, una organizzazione per nuclei separati. Fra questi spiccano il nucleo del monumentale Pianoro Centrale, costituito da isolati disposti ai due lati di una strada acciottolata, e una grande abitazione signorile organizzata intorno a un cortile centrale basolato, circondato da portici almeno su tre lati. Un'edicola, localizzata nel cortile, ha restituito statuette in terracotta e offerte votive, che rappresentano la testimonianza dello svolgimento dei sacra gentilicia (culti familiari). Il sito fu sede quindi di un importante insediamento lucano, del quale la ricerca archeologica ha riportato alla luce le fortificazioni, parte dei quartieri di abitazione e delle necropoli. Si possono ammirare le mura di cinta e ben 22 tombe. Risalgono al V sec. a.C. i resti di una tomba trovati in contrada "La Scala", con un ricco corredo e due vasi di bronzo di provenienza etrusco-campana. La floridezza economica del luogo è documentata dal ritrovamento di gioielli d'alta oreficeria: fibule, bracciali, anelli, collane. Anche pregevoli esemplari di ceramica dipinta a figure rosse riflettono la molteplicità dei rapporti economici e culturali tenuti dalla comunità con altri centri. Resti di ville d'età imperiale rinvenute in varie contrade, inoltre, attestano l'importanza agricola dell'area, fino a circa il III sec. d.C.
Per visitare il parco archeologico
Località Capitenali
Tel: 0974.981113 - 0974.981393
Ingresso gratuito