(sezione fotografica in allestimento)
La natura del Parco Nazionale, tra Cilento, Vallo di Diano e Alburni, è lo scenario ideale per il trekking: tante e diversificate le soluzioni, tra boschi e montagne, vallate e corsi fluviali. Qualche esempio di questi itinerari, tra rilievi e discese, tra paesaggi dalle sensazionali vedute, dà l'idea di quanto si può scoprire camminando tra i sentieri nel verde.
L'imponente sagoma del Monte Stella, che dall'interno discende sino al mare, è il teatro di diversi itinerari che si snodano dalle pendici alla vetta della montagna. Uno conduce dalla località Vivaio di Stella Cilento alla sommità, offrendo una visuale d'eccezione della costa meridionale del Cilento. Un altro dalla cima porta in località Castelluccio, concedendo visioni a lunga gittata fino al Golfo di Salerno e alla Costiera Amalfitana. Altri, tra fitti boschi e superfici rocciose discendono verso i paesi di Sessa o San Mauro Cilento.
Altro polo di percorsi naturalistici è il Monte Gelbison, che domina tutto il Cilento con i suoi 1705 metri di altitudine. È il Monte Sacro, con il Santuario della Madonna, da sempre meta di pellegrinaggi di fedeli oltre che straordinario punto panoramico, tra i più ampi del sud Italia. L'ascesa è possibile da Novi Velia, prima percorrendo il vecchio sentiero lastricato che parte dal Vallone del Sacrato, poi utilizzando nella parte finale della salita, la via asfaltata che porta all'area del santuario. Dal lato di Rofrano il percorso nasce dalla località Sorbetello, passando per il Vallone del Sacrato e il Passo della Beta.
Da non perdere l'escursione a piedi alle Gole del Calore. Percorrere i sentieri del trekking che costeggiano questa meraviglia della natura è un modo emozionante per dominare dall'alto lo spettacolo delle bianche rocce calcaree solcate dalle acque del fiume che ne hanno fatto piccoli canyon nel cuore del Cilento. Altri scenari naturalistici da vivere camminando li troviamo nei pressi di Sacco. I sentieri ci portano qui alla scoperta delle sorgenti del Sammaro, fino al suo punto più suggestivo, la Grotta di Jacopo, dove si nasconde un piccolo lago coperto.
La possibilità di osservare da vicino la Grava di Vesalo, il più grande inghiottitoio del complesso Alburni-Cervati è certamente l'elemento di maggior richiamo dei percorsi praticabili intorno a questo fenomeno della natura. Un'escursione non troppo impegnativa prende il via al Passo di Vesalo (a quota 1050 metri) sviluppandosi per non meno di due ore e mezza di cammino tra i boschi di faggi e di ontani fino alla Valle Soprana da cui si possono osservare le rupi di Scanno del Tesoro e di Tempa dei Militani.
L'area del Monte Cervati dà numerose possibilità di trekking, differenti per grado di difficoltà oltre che per panorami offerti. Di particolare impegno si configura l'ascesa che dalla parte bassa di Piaggine fa tappa alla Fontana dei Caciocavalli (a quota 1258 metri) e da lì, attraverso irte stradine sterrate, verso la cima del monte, ove raggiungere la Cappella e la Madonna della Neve.
Per una gita altrettanto avventurosa, spostandosi sul versante di Rofrano, c'è l'opportunità di addentrarsi tra la vegetazione di ontani e cerri, scoprendo lungo il cammino lo spettacolo prodotto dal fiume Mingardo, presso la Forra dell'Emmisi, caratterizzata da specchi d'acqua incassati tra pareti rocciose ricoperte da alberi.
Alle spalle del massiccio del Cervati, nel Vallo di Diano, un altro itinerario naturalistico davvero speciale è quello della Valle delle Orchidee di Sassano: un circuito in cui osservare le 184 entità diverse di orchidee selvatiche presenti sul posto, una sorta di museo naturalistico all'aria aperta da visitare passeggiando nella vallata nel periodo della fioritura primaverile.
Suggestivi scenari carsici sono il premio speciale di altri sentieri immersi nella natura del Parco. Come quello che partendo da Rofrano, presso Ponte Inferno, costeggia il fiume Bussento e poi si inerpica in un bosco di carpino nero per giungere alle sorgenti del fiume che scaturiscono all'interno di una grotta. La salita parte all'imbocco della galleria dell'Inghiottitoio di Vallivona, alla quota di 1070 metri. Da percorrere e da ammirare con l'aiuto delle torce elettriche per circa 500 metri tra le pareti di roccia calcarea.
Ancora il fiume Bussento è il protagonista di altre passeggiate da non perdere. È il caso dei sentieri che si sviluppano nell'area dell'Oasi WWF di Morigerati con gli itinerari alla scoperta delle risorgenze del Bussento. E più avanti, nei pressi di Casaletto Spartano, ci sono i paesaggi solcati dal Rio Casaletto che origina la cascata dei Capelli di Venere, spettacolare attrazione naturalistica.
Rimanendo nel Basso Cilento altri percorsi si snodano tra Vibonati, Ispani e Santa Marina. Dalla Contrada Grasso di Vibonati si diparte il "sentiero delle Sughere", caratterizzato dalla presenza di grandi querce da sughero. Percorrendo la vecchia strada per Vibonati e salendo lungo la collina della Sandrala si arriva a Ispani e a Santa Marina, attraversando castagneti e querceti.
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